Mi presento: sono Maria Grazia, vivo in Italia e mi occupo di marketing e comunicazione; nel mio tempo libero però, ho una vera e propria fissazione: allestire tavole per ogni occasione.
Ho sempre amato curiosare nei negozi di oggettistica, negli store dedicati all’universo tavola e nei mercatini dell’usato. Vado a caccia di posate dalla patina antica, di vecchi piatti tutti uno diverso dall’altro, di bicchieri anni 50 con le scritte dei liquori d’epoca. Amo i tessuti, gli accostamenti azzardati e le armonie che si creano dall’avvicinare una tovaglia degli anni venti ad un sotto piatto futuristico.
Perché in fondo a tavola ci stiamo tutti diverse ore (noi italiani soprattutto), ed il tempo che passiamo seduti a chiacchierare e mangiare risulta molto più piacevole se il contesto è curioso, stimolante e sorprendente.
Quando giro per i ristoranti, passo del tempo a rigirare tra le mani una forchetta ed osservare il centrotavola; tra una chiacchiera e l’altra, inevitabilmente liscio la tovaglia con la mano, e gioco con i bicchieri. E se non c’è cura ed armonia tra questi elementi, anche mangiare finisce per non avere stranamente lo stesso sapore.
Molti ristoranti non hanno la percezione del fatto che il cliente è un essere che possiede 5 sensi, non solo quello del gusto, e relegano la bellezza di una tavola ad una sorta di capriccio femminile. E così, l’esperienza sensoriale che offrono ai propri ospiti è limitata.
Questo vale anche anche a casa nostra, e così nella fretta di cucinare i piatti, ci concentriamo sugli ingredienti e dimentichiamo che non stiamo solo invitando i nostri amici e familiari a mangiare, ma a condividere con loro un pezzo di quello che siamo.
Tutto bello, direte, dì: ma quanto mi costa? Quello che voglio dimostrare in queste pagine è che non serve necessariamente della costosa argenteria per addobbare una tavola indimenticabile. Piuttosto, ci serve attingere ad un serbatoio incredibilmente importante di cui tutti siamo dotati: la fantasia.
